03 Giu
  • By Parkin-zone
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Dance well alla sala di Pompeo

La prima volta che sono entrato scalzo nella sala di Pompeo … per fare Dance Well

La prima volta che sono entrato nella sala di Pompeo scalzo quasi seminudo e vestito per la danza, ho visto i membri di ParkinZone e ho pensato: è tutta una follia, meglio fuggire subito. E invece ho scoperto che in quel solo punto le mie due vite si incontravano: il Diritto e la Danza. Sì perché io in quella sala ero stato tante altre volte, nella mia prima vita, per convegni e studii vari, come professore universitario di diritto amministrativo (e avverto e confesso che per uno che ha un Maestro che si chiama Alberto Romano, entrare in quel corridoio e sfiorare i ritratti dei Presidenti ha un significato e un brivido, non solo accademico, come molti possono intuire); e invece in quel pomeriggio di un sabato di pioggia entravo al Consiglio di Stato per la danza (che è quasi una mia seconda vita). Lì, quando la Giustizia amministrativa si riposa dalle sue fatiche, prende forma una vita nuova: la Danza di chi ha un equilibrio diverso. Questo avviene grazie a ParkinZone Onlus e a Dance Well.
ParkinZone è una associazione che assiste chi soffre di varie disabilità e per questo ha inventato una terapia complementare a quelle che per tradizione medica curano il parkinson: l’idea è quella di portare la terapia nell’arte e nella cultura e di combinarle con la danza. Viene fuori così una combinazione di terapia, di musica e di solidarietà, che si chiama Dance Well. Marinella Modugno è la organizzatrice ed è riuscita a portare tutto questo al Consiglio di Stato. Precisamente, nella sala di Pompeo, che, come molti sanno, è la sala dell’Adunanza plenaria. Qui davvero l’art. 9 della Costituzione, che tante volte leggo ai miei studenti, prende vita e così lo “sviluppo della cultura” assume una sua realtà effettuale. In questa prospettiva il Consiglio di Stato si è fatto Istituzione e ha stipulato una convenzione con ParkinZone Onlus. Il Segretario generale ha concesso l’uso della sala, sotto lo sguardo attento e bonario del comandante dell’unità locale dei carabinieri, che noi ormai chiamiamo il Comandante- e qui, se prima ho citato l’incipit dell’art. 9 della Costituzione, mi viene sempre in mente il suo secondo comma- la Repubblica tutela il patrimonio storico artistico…
Dunque, nella sala di Pompeo e in quel punto del sabato pomeriggio, esaurite le doverose premesse e le tutele del caso, parte Dance Well. E’ un metodo e direi una passione di Carlotta Bortesi, Maestra di danza moderna e contemporanea, che prende la Danza molto sul serio. Sotto la sua direzione lavoriamo tutti insieme – chi soffre, chi ha un suo equilibrio e chi diversamente lo cerca- e così non ci sono distinzioni: “siamo tutti danzatori”. Ed è una vera classe di danza. Partiamo con una ginnastica di riscaldamento, poi esercizi di contatto visivo e di connessione; dunque esercizi in coppia e infine tutti insieme. E alla fine siamo davvero un insieme, in piccole coreografie. Questo si vede molto bene anche nelle fotografie di Carolina, che dagli scranni laterali regala scatti intimi e discreti e ci restituisce l’immagine del tutto. E’ nel tutto infatti che la danza si fa Danza e restituisce la sua magia. Nel senso che alla fine siamo tutti in un equilibrio, e in un ritmo, che sono corali e diversi. Così io ho scoperto, superando i miei schemi, appresi alla sbarra del balletto classico, che non esiste un solo modo di fare un port de bras o di fare un arco- e vi assicuro che in certe scuole in cui sono stato esiste un solo modo e che una posizione della mano sbagliata o una quinta chiusa male costano rimproveri e bacchettate fisiche, espressi in varie lingue, dal russo al francese (Ale, comme il faut !). E invece no: esistono infiniti modi. E una sola verità: che il gesto nello spazio ha una sua verità se viene dal profondo del corpo. Il passo giusto è quello che viene da dentro. E qui sono i membri di ParkinZone ad essere interpreti bravissimi. Perché lottano e pur di immergersi in Dance Well acquisiscono un gesto e un equilibrio che sono inventati e diversi, ma veri. Difatti, chi è in difficoltà ma ama la vita inventa un altro ritmo e un altro equilibrio. Per esempio, ieri avevamo un esercizio per cui dovevo copiare uno di loro e così ho fatto una pirouette fuori asse e senza base, che in condizioni “normali” non mi sarei mai sognato di fare.
Così, grazie a ParkinZone e a Dance Well, calati in questa sala dove la statua di Pompeo pare lo spirito di Giulio Cesare e tragicamente ci ricorda che esistono più verità sulla terra che non nella filosofia, la Danza finisce per regalare a tutti la sua verità, che, come diceva Valéry nella Filosofia della danza, è quella di trasportare l’espressione del corpo umano fuori della normalità, in uno spazio tempo che è reale perché è inventato (lezione, questa di Valéry, da non prendere troppo sul serio, perché, ricordiamo, Valéry era innamorato di una bellissima ballerina dell’Opéra).

 

Alessandro Cioffi, professore universitario di diritto amministrativo